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Da noi non si trovano facilmente, è una pianta un po’ dimenticata, ma guardate come viene proposta qui a Marrakech!! Io trovo queste delizie per il palato e per gli occhi proprio nella piccola piazza che si allarga lungo la strada che va dal riad alla piazza Djemaa el Fna, cioè a pochi passi da casa. E se vi capitasse in questo periodo di fare una gita fuori città, verso l’Ourika per esempio, troverete i venditori di corbezzoli lungo la strada che per pochi dirham ve ne daranno un sacchetto intero ma non abusatene, mi raccomando: il frutto del corbezzolo ha numerose proprietà ma in grandi quantità anche qualche controindicazione.Il suo nome botanico infatti è Arbutus unedo, termine che proviene dal latino “unum edo” cioè: ne mangio uno!
Avete mai assaggiato il miele di corbezzolo? E’ il miele più  ricercato e di nicchia e, almeno da noi, uno dei più rari perché la sua fioritura autunnale avviene quando le api si preparano al riposo invernale e difficilmente producono miele.
I salutisti e i patiti dei superfood lo scelgono per la ricchezza di sostanze antiossidanti e antibatteriche, e parte del suo appeal è dovuto anche alle piccole quantità prodotte: il fascino della rarità.

Qualche curiosità:
il frutto si chiama corbezzola e non corbezzolo che invece è la pianta, come la pesca e il pesco, la mela e il melo, la ciliegia e il ciliegio e così via e  in Italia viene chiamata anche pianta di Garibaldi per i suoi colori: foglie verdi, fiori bianchi e frutti rossi sono presenti contemporaneamente sulla pianta, e ricordano i colori della nostra bandiera.

Nella tradizione contadina e popolare di alcune zone del centro Italia, le bacche erano consumate durante la festa che si celebrava il 28 Ottobre come in una sorta di rito dei “baccanti”. I suoi rami erano posti sull’uscio di casa come benvenuto per gli ospiti. Inoltre, le bacche simboleggiavano l’amore e la gelosia, per il  colore esterno rosso e la polpa gialla